Si tratta di una azione cinematografica ma anche politica. Vent’anni di esilio col divieto assoluto di tornare in Italia. Severa decisione del Parlamento italiano nel quale, nel 1992, ancora presidente ma inquisito per tangenti, ammise la sua responsabilità. Era stato coinvolto nell’inchiesta Mani pulite. Subì due condanne definitive per corruzione e finanziamento illecito al Partito Socialista. - Memorabile il suo ultimo intervento a Montecitorio. Una analisi del sistema corruttivo ormai diffuso nel Paese ed in chiusura affermò: “”Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro“. Nessuno alzò la mano �" Craxi preferì al carcere l’esilio in Tunisia ben accolto dal leader tunisino che gli mise a disposizione una villa ad Hammamet. I turisti plagiati dalla stampa quando lo incontravano sulla spiaggia addirittura lo insultavano, mentre i vecchi amici, tanti, andavano ad Hammamet per incontrarlo sia quando era in vita, sia dopo la morte. - - Il film di Gianni Amelio riporta le tristi condizioni che attanagliano Craxi, spesso seduto sugli scogli di Hammamet difronte alla Sicilia. Insieme a numerosi cittadini italiani arrivano molti politici, questi in incognita per falso pudore. Il film descrive la lunga agonia di un uomo che ha perso il potere e va verso la morte. Il passato lo tormenta sino all’autodistruzione. Un personaggio dal grande orgoglio che si riteneva giusto e che avrebbe voluto giudicato dal Parlamento e non dai giudici. Pochi mesi dopo la morte di Craxi io mi sono trovato in Tunisia e precisamente ad Hammamet. La sua casa era vuota e chiusa al pubblico; la sua tomba interrata in uno spazio di terra a ridosso della scogliera, trascurata e coperta da erbacce. Da quel posto l’Italia era a portata di mano. |