Oggi, in veritŕ, quelle regioni giŕ godono di un forte autonomia, ma non basta, vogliono di piů. L'obbiettivo č ottenere tutte le funzioni " sociali, economiche oltre alla gestione delle strategiche Istituzioni come le competenze legislative e amministrative. Il premier CONTE si rende conto, per fortuna, che le richieste vanno contro l'unitŕ nazionale nell'eliminare la direzione strategica e l'efficacia operativa dello STATO in tutte le grandi funzioni che appartengono all'intero Paese. In queste autonomie la parola SUD, ipocritamente, diventa una delle ragioni delle richieste e lo dimostra la dichiarazione di Luca Zaia, presidente del Veneto,: " "Cinque milioni di veneti, 150 miliardi di Pil, ne abbiamo le tasche piene di pagare per vedere gente sprecare". PRATICAMENTE il riferimento č al Mezzogiorno. Il punto nero č che il Ministro del SUD, Barbara Lezzi mostra troppa prudenza ignorando che queste richieste debbono avere un vero confronto con un piano pel il SUD specialmente nelle definizioni delle risorse da trasferire e che, con queste autonomie danneggerebbero i bilanci delle Regioni del SUD, infatti sulla trappola del valore medio pro capite al Sud, maggiori risorse andrebbero alle regioni con l'Autonomia rafforzata. L'unitŕ dell'Italia sarŕ compromessa venendo meno a quanto previsto dagli articoli 116 e 117 della Costituzione, in cui "" il regionalismo viene concepito come una opportunitŕ per il sistema istituzionale nel suo complesso, oltre che per la singola regione interessata. Nel regionalismo, infatti, si vede la possibilitŕ di riuscire a valorizzare le identitŕ e le vocazioni regionali e di favorire una competizione virtuosa tra i territori "" |