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EX ILVA, EMILIANO AL TERMINE DEL TAVOLO ISTITUZIONALE: “LA GENTE NON PUÒ CONTINUARE A MORIRE PER PRODURRE ACCIAIO. LA STORIA PUÒ CAMBIARE GRAZIE ALLE NUOVE TECNOLOGIE. BISOGNA DECARBONIZZARE, COSTI QUEL CHE COSti


img/2295412019-04-24emilianotarantocis-00001.jpeg? Abbiamo assistito per l'ennesima volta ad una scena identica a quella di quando sono venuti a Taranto altri Governi. Ho detto chiaramente che è nostro diritto non fidarci più di tanto di quello che ci è stato detto. Resta il fatto che non abbiamo molte alternative: cioè dobbiamo collaborare con il Governo che i cittadini scelgono e "tra virgolette" ci impongono attraverso la sovranità".

img/2295422019-04-24emilianotarantocis-00002.jpeg? Lo ha detto ai giornalisti Michele Emiliano al termine della riunione del Tavolo Istituzionale con il Vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio e i ministri Lezzi, Costa, Grillo e Bonisoli, in Prefettura a Taranto.
"Ho già spiegato - ha proseguito Emiliano - che Taranto attendeva la chiusura dell'ILVA perché il voto della città per il Movimento 5 Stelle è stato inequivocabile. Dopodiché evidentemente il Movimento 5 Stelle ha ritenuto di non potere mantenere questa promessa. E se Di Maio e il Movimento 5 Stelle avevano idee diverse questo è un problema loro.
Quel che è sicuro è che in questo momento serve un piano, soprattutto di natura tecnologica e industriale, per evitare che l'ILVA continui a uccidere la popolazione. Il processo in corso davanti alla Corte d'Assise parla di questo.
Noi siamo pronti, avendo la Regione Puglia negoziato con l'Unione Europea condizioni di finanziamento importanti per cambiare le tecnologie in modo tale da renderle sicure, a collaborare".
"Se l'ILVA non fosse mai esistita o se sparisse di colpo sarebbe meglio - ha detto Emiliano - Resta il fatto che questo coraggio la Repubblica italiana non ce l'ha, i 20 miliardi per reindustrializzare l'Ilva non ce li hanno e quindi il nostro destino in questa fase è quello di tenerci l'ILVA, ma certamente non come è stata progettata nel secolo scorso, deve essere una fabbrica completamente diversa e deve essere dal punto di vista tecnologico completamente rivoluzionata.

Se queste condizioni non verranno rispettate, è chiaro che per noi la collaborazione anche con questo Governo sarà impossibile come è stata impossibile col Governo precedente.

Dopodiché non c'è nulla di nuovo, nel senso che oggi in maniera onesta, il Ministro Di Maio ha detto: "non ho portato più soldi, non ho idee nuove e non ho nulla di diverso rispetto al Governo precedente, ma ho rimosso l'immunità". Adesso mi permetterete di leggere la norma come è stata scritta perché ci sono moltissimi dubbi su questa questione. La rimozione delle immunità è una cosa importante, fermo restando che la Regione Puglia è costituita davanti alla Corte Costituzionale per sostenere l'incostituzionalità di tutti e dodici decreti salva-Ilva, non solo nella parte in cui riguardano l'immunità penale ma totalmente, e questi elementi ovviamente mi obbligano a continuare questo lunghissimo combattimento a favore della cittadinanza tarantina".

"Io mi batterò fino alla morte per questa città, lo farò ovviamente in modo razionale, senza urlare, senza insultare nessuno, continuando a sostenere le ragioni che vengono da un approfondimento scientifico e che hanno convinto anche l'Unione Europea. L'Unione Europea è convinta che la storia dell'acciaio europeo, a partire da Taranto, può cambiare grazie alle nuove tecnologie. Bisogna accettare questa sfida a meno che qualcuno non abbia il coraggio di chiudere. Se chiudono io sono disposto a sostenere questa ipotesi. Se non hanno il coraggio di chiudere, che almeno non la facciano funzionare ancora col carbone che ammazza la gente. La gente non può continuare a morire per produrre l'acciaio. Per strategica che sia questa fabbrica, non può avere questa conseguenza".

Rispondendo alle domande dei giornalisti Emiliano ha detto "ho assistito ad una scena abbastanza singolare. Erano tutti in ritardo, il commissario delle bonifiche, i commissari dell'Ilva, tutti in ritardo sulle tabelle di marcia con le quali avevamo fatto riunioni identiche, nelle quali ci avevano promesso che avrebbero risolto il problema anni fa. Sono tutti in ritardo. Hanno fatto una cosa, che ho ricordato al ministro Di Maio: hanno espropriato la regione, provincia e il comune, di tutti i poteri di sorveglianza sull'Ilva. L'Ilva è diventata una fabbrica extraterritoriale, è come se fosse in un altro Paese. Perché se ad una fabbrica accanto all'Ilva capita una storia come quella, il presidente della Regione, il presidente della Provincia, il Sindaco possono intervenire. Sull'Ilva noi non possiamo intervenire perché hanno fatto delle leggi per evitare che potessimo controllare all'interno della fabbrica quello che avviene.
Questo è stato un errore clamoroso, perché sconnettere la comunità dai controlli e dal potere di decidere su una fabbrica ha poi significato frantumare la fiducia dei tarantini nei confronti della Repubblica Italiana. Questa è una catastrofe politica oltre che di natura sanitaria".
Emiliano ha sottolineato l'impostazione istituzionale del suo intervento oggi in Prefettura: "non potevo trasformare una riunione del genere in una rissa, né in una controversia di natura elettorale, spero che questo errore non venga fatto da altri.
Quindi se qualcuno pensa il 24 giugno di svolgere un qualunque tipo di ruolo dal punto di vista politico, penso che si sbagli. Questa non è la città giusta e non è neanche la vicenda giusta per fare della politica a basso livello: qui servono atti di governo di alto profilo. È impossibile restituire a Taranto ciò che Taranto ha dato alla Repubblica italiana con 60 anni di Ilva, il dolore che ha dovuto offrire al Paese intero, però che almeno ci restituiscano la verità. Questo è importante. La verità si rispetta cambiando completamente regime, cioè dimostrando ai tarantini la volontà di cambiamento. Questo cambiamento è stato richiesto ed è stato per certi versi il motivo per il quale l'attuale Governo ha avuto questo successo elettorale qui a Taranto: adesso bisogna adempiere alla richiesta che i tarantini hanno fatto, costi quello che costi".

Articolo inserito il 24/04/2019 e redatto da Michele Emiliano.
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