Sul tema, ormai legge, corre un gran dibattito nel paese a cura delle forze sociali, delle Istituzione e dei cittadini. I sindacati chiedono una revisione di miglioramento e di garanzia onde evitare spreco di risorse senza raggiungere l'obbiettivo. I tempi dati per beneficiare sono stati pubblicati mentre le istituzioni a cui è affidato il lavoro mostrano alcune perplessità e chiedono un vero aggiornamento sul sistema di applicazione. Alcuni dubbi vanno considerati come l'abbandono del lavoro e in alcuni casi anche il rifiuto. Poi c'è il grande rischio dei furbi e l'infiltrazione della malavita. Occorre quindi servirsi dei centri più vicini ai cittadini che hanno la piena conoscenza della popolazione. IL Forum Terzo Settore, nell'apprezzare la decisione del Governo pone la necessità di utilizzare meglio le istituzioni locali, praticamente l'attuazione di un sistema sicuro: Allego un comunicato a conforto delle mie considerazioni: Roma, 5 febbraio 2019 – "Combattere la povertà e mettere questo obiettivo come fondante del contratto di governo è una scelta condivisibile. Siamo convinti però che per raggiungere in pieno l'obiettivo sia importante valorizzare al meglio le istituzioni locali a partire da Comuni e Regioni e gli enti e le associazioni del Terzo Settore che lavorano sul territorio a stretto contatto con chi ha bisogno" così Claudia Fiaschi, portavoce del Forum del Terzo Settore a conclusione dell'audizione in cui il Senato ha ascoltato i rappresentanti della Alleanza contro la Povertà di cui il Forum è socio fondatore. Per Fiaschi "l'interlocuzione con gli enti che da anni si occupano di povertà è sempre positiva perché consente di capire prima e meglio dove indirizzare gli sforzi maggiori. Così come è indispensabile – aggiunge la portavoce del Forum del Terzo Settore – che tutto lo Stato faccia veramente rete mettendo in comunicazione proficua sia i suoi organi centrali che le sue diramazioni periferiche affinché la spinta che viene dal Governo non si esaurisca prima di raggiungere i singoli territori." "Per questo – spiega Fiaschi – serve un coinvolgimento attivo dei Comuni e delle Regioni che hanno una relazione con i propri cittadini più prossima rispetto allo Stato Centrale e che in questa maniera vengono anche responsabilizzate." "Infine – conclude Fiaschi – abbiamo invitato i senatori a non disperdere il patrimonio di conoscenze e azioni che ha prodotto il Reddito di Inclusione varato dai precedenti governi. Non possiamo dimenticare che quella è stata la prima misura contro la povertà mai varata in Italia e che dopo un avvio stentato ha iniziato a produrre risultati positivi nel corso del 2018 che ora sarebbe sbagliato non tenere in debita considerazione da parte del legislatore." |