Quando non va, non va. Così sono stato costretto a cercare il ricovero presso il Policlinico di Modena dove è impegnato, come primario, l'ostunese dott. Fabio Sgura cardio chirurgo, (per la cronaca figlio del cardiologo Ciccio Sgura). Domenica 26 agosto 2018, mentre per le strade di Ostuni (città bianca) si festeggia il Patrono Sant'Oronzo con la famosa storica Cavalcata al seguito del Santo nel corso della processione io ho preso il treno delle sei del mattino dalla stazione ferroviaria di Brindisi con destinazione Modena e fermata a Rimini dove mi attendeva mia nipote Francesca (figlia di mia sorella Giovanna) che con la macchina mi ha portato direttamente al Policlinico emiliano. Il viaggio in auto lungo il tratto Rimini- Bologna – Modena è stato lungo e pesante a causa del forte traffico dovuto al rientro massiccio dalle ferie. Arrivati al Policlinico, alle 15,30, sempre di Domenica, ho raggiunto il reparto di cardiologia dove i medici e infermieri mi hanno fatto spogliare e indossare un camice bianco. Subito a letto per i prelievi totali attraverso uno speciale ago a più bocche. In una l'inserimento della flebo, dalle altre prelievi di sangue. Non è stato facile dormire soprattutto per l'ansia timorosa di quello che poteva accadere. Il giorno dopo, lunedì 27 agosto, mi portano in barella in una sala ovattata, mi adagiano su un lettino al cui fianco primeggiavano diversi monitor, sul soffitto un braccio mobile di metallo che reggeva un apparecchio luminoso, le pareti coperte da grandi ante d'acciaio e sulla mia destra seduto il dott. Fabio Sgura alle cui spalle un equipe di medici e infermieri. Tutti protetti con maschere e tute blù, sul petto un giubbetto metallico tipo anti proiettili. Sgura mi prende il breccio destro e inizia il controllo delle coronarie: Infila in una vena un tubo dentro al quale fa scorrere su e giù, lungo le tre principali arterie, un tubicino. Tutto visibile attraverso quei monitor posti al mio fianco. Nessun dolore nel corso dell'intervento. Il tubicino si bloccava là dove c'era ostruzione che veniva rimosso con un movimento particolare. L'intervento è durato circa due ore rendendo percorribile il percorso del sangue verso il cuore. Un grande lavoro specialistico portato a termine da un equipe guidata dal dott. Sgura con una maestria eccezionale. Ritorno nella mia stanza con l'obbligo di rimanere immobile sino al giorno dopo. Tra flebo e l'applicazione di oltre 40 tappi da cui partivano fili legati ad una scatola appesa al mio fianco sinistro per il controllo dei battiti del cuore attraverso un grande monitor in una sala del reparto sotto l'attento controllo di infermieri che nel caso di disfunzione dava subito l'allarme, era difficile dormire: insomma una notte insonne. Sul secondo lettino della stanza c'era un giovane di Vicenza affetto da disturbi respiratori causati nel corso di un viaggio in areo durante una breve perdita di quota. Una malattia molto rara. Con lui riuscivo a parlare distraendomi dalla rigida posizione. Il 28, martedì, mi fanno una ecografia per verificare lo stato delle ARTERIE e la funzionalità del cuore. Per fortuna tutto sembra tornato alla normalità. - IL 29, mercoledì, per ulteriori accertamenti mi sottopongono ad una tormografia (TAC), una struttura moderna posta al piano terra in una stanza molto protetta. L'intervento è durato circa 30 minuti e quindi sono tornato nella mia stanza dove non trovo più il giovane vicentino, ma sorprendentemente trovo un ostunese'SAVERIO'anch'egli con lo stesso mio problema. Con Saverio c'è la moglie e il figlio Benedetto che io conoscevo benissimo. Giovedì mattina mi dimettono e così posso tornare a casa. Quattro giorni, un po dolorosi, ma proficui. Con me c'è sempre stata Francesca che mi ha assistito 24 ore su 24, una nipote eccezionale che ha seguito pedissequamente tutto ora per ora aggiornandomi su vari esiti oltre a curare tutti gli aspetti burocratici. Nel lasciare la stanza incontro, saluto e ringrazio il dott. Fabio Sgura. il Prof Cappello, il prof Rossi Rosario e i numerosi infermieri che sono stati tolleranti di fronte alle mie istanze e proteste stabilendo un vero rapporto di amicizia ---------- Alle 11 e 15 dalla stazione ferroviaria di Modena prendo il treno del ritorno mentre Francesca se ne va con la sua auto a Rimini. Un viaggio di sette ore trascorse insieme ad una coppia di Trevignano (Treviso) che andava a Monopoli per una conferenza sui temi ambientali. 18,30 Ostuni dove mi attendeva Giovanni un altro nipote a me molto vicino che mi porta a casa dove erano in attesa mia sorella Giovanna e Tamara la collaboratrice giorgiana. Il ritorno dal soggiorno sanitario mi rimane come un grande sogno. Qualche giorno di riposo e poi in ufficio per i mie giornali Web. |