Tutto accade dopo l'esito delle amministrative che ha impegnato circa 10 milioni di italiani, in casa PD scatta la resa dei conti. La sconfitta del partito del premier è evidente e indiscutibile e porta la minoranza del PD nazionale a recriminare le grandi responsabilità di Matteo Renzi. Il quale però in vista della direzione del partito avverte tutti: "Non mi dimetto da niente " e pur riconoscendo la vittoria del M5S a suo conforto dichiara: ": «Ora vedremo che cosa sanno fare i grillini nelle due grandi città da loro conquistate " (Torino e Roma) Aggiunge tra l'altro: " ho rottamato poco " E i rottamati o mezzo rottamati sono sul sentiero di guerra. Pier Luigi Bersani, col suo spirito moderato ma pungente, avverte: "Renzi sia umile" e fa sapere che questa volta sarà presente venerdi nella Direzione del partito. Si ritiene che esploderà come risposta alla sua rottamazione. C'é il deputato Dem Roberto Speranza «Il Pd cambi rotta, Renzi non può essere segretario e premier, vogliamo ricostruire il centrosinistra. Il doppio incarico di Renzi premier e segretario del Pd non funziona, non fa bene al partito e non lo aiuta». C'é pure Fassina che incalza con molta severità: " «A Roma messaggio di sfiducia a Renzi. Il risultato senza precedenti del ballottaggio a Roma esprime, insieme al messaggio nazionale di sfiducia verso il Governo Renzi, la forza della domanda di radicale alternativa nell'amministrazione della città rispetto a quanto avvenuto nell'ultimo ventennio La consapevolezza di quanto ampia e profonda fosse la domanda di discontinuità è stata alla base della nostra proposta autonoma per il governo di Roma» In semplici e poche parole lo stato del Partito Democratico, questa volta, tutto intero, mal digerisce la sconfitta elettorale e chiede un cambio di rotta e forse anche un ripensameento di Renzi. I politologi commentano ma si riservano ulteriori giudizi e anlalisi dopo il giorno 24 prossimo. C'é anche il NCD di Angelino Alfano eliminato dagli elettori e riportato in fondo alla classifica : Il Ministro degli Interni, senza mezzi termini affronta l'amara verità con dure parole: «Il vecchio centrodestra non esiste più. Sono state elezioni in cui può festeggiare solo il M5s è inutile girarci attorno. Il Pd ha preso una bella batosta, ma il centrodestra non ha nulla da festeggiare perché non è mai stato così all'asciutto». |