Questa volta l'afa č stata nazionale, si č scatenata dalle Alpi alla Sicilia dove al fuoco meteorologico si č aggiunto quello politico per una frase addebitata ma disconosciuta al Governatore Crocetta, pubblicata dal giornale L'Espresso (riferimento alla famiglia Borsellino) a cui ora Crocetta chiede 10 milioni di euro per danni ingiustamente subiti. Caldo anche nelle cittŕ dove arrivano gli immigrati. Roma primeggia con proteste e scontri con le forze dell'ordine. Un problema serio che va valutato con molta calma, senza pregiudiziali, ma anche con una certa logica. Questa gente che scappa dall'Africa per sopravvivere ha diritto di ospitalitŕ con la speranza di un lavoro e di una vita decente ed umana. Le cittŕ dove arrivano questi profughi non navigano in un contesto sociale tranquillo per cui temono il peggioramento della loro vita urbana. Dall'altro canto i partner europei, bravi a parlare, si sottraggono all'ospitalitŕ, addirittura elevando muri (memore quello di Berlino). Allora torna l'ipotesi suggerita non solo da me ma da esperti politologi ormai da anni: Contattare quei paesi e offrire immediatamente strutture, attrezzature e consulenze gratuite in tutti i settori si da avviare un processo di crescita a cui seguirŕ, ovviamente, una stabilita demografica cessando l'esodo e consentendo anche il ritorno. Poiché, oggi, il Nord/Africa (EST) č terra di terrore, iniziare con glia altri paesi ancora parzialmente liberi dalle frange terroristiche islamiche. Bene sta facendo il nostro premier Renzi. Ha iniziato con L'Etiopia, costeggiando l'area di fuoco, č andato anche in Israele, per ora sola promuovendo la cultura locale, sollecitando a trovare soluzioni opportune per il proprio territorio. |